È vero che le email inquinano come le auto?
Stando ad una ricerca realizzata dall’Agenzia per l’Ambiente e la Gestione dell’Energia, una mail da solo un megabyte emetterebbe circa diciannove grammi di CO2. Lo studio, condotto dalla presidente di For Planet Onlus ha, inoltre, fornito alcune regole d’oro per limitare i danni di un uso sconsiderato del traffico della messaggistica online.
Secondo lo studio, inviare otto email corrisponderebbe, in termini di emissioni di anidride carbonica, ai medesimi numeri prodotti da un’auto che percorre un chilometro. Questi numeri diventano relativamente preoccupanti quando si pensa alle realtà aziendali che, inviando decine di messaggi di posta elettronica al giorno, accumulate negli anni, emettono le stesse percentuali di CO2 di un aereo di linea.
Insomma, quanto emerge dalla ricerca mira a sensibilizzare riguardo il tasso di inquinamento di Internet, spesso definito in maniera erronea nullo. Sono diverse le iniziative che si potrebbero attuare per un traffico più efficace, specie in ambito marketing dove sarebbe sufficiente effettuare una buona attività di lead generation in Italia e all’estero per segmentare i destinatari e inviare meno email più performanti.
I dettagli della ricerca
Quanto messo in risalto dall’Agenzia per l’Ambiente e la Gestione dell’Energia è il ruolo del Web nel bilancio delle emissioni prodotte sul Pianeta. Concetti, questi, che erano già passati sotto la lente degli scienziati, ma che, di certo, non si erano ancora radicati nel sapere comune. L’utilizzo incontrollato della posta elettronica, lo evincono i dati, incide notevolmente sul consumo di energia e, di conseguenza, sull’inquinamento ed emissione di gas a effetto serra.
Gli studiosi dell’agenzia francesi si occupano di ambiente ed energia e, per questa ragione, hanno deciso di indagare a fondo sull’impatto che le pratiche online più diffuse hanno sull’ambiente. I calcoli ottenuti rivelano che una mail da un solo megabyte, come detto, emetta circa diciannove grammi di CO2, in relazione al consumo energetico del computer e dei server coinvolti nel traffico.
È molto difficile, inoltre, sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, a causa della difficoltà riscontrata nella spiegazione dell’argomento. Com’è possibile che un’innocua mail abbia un impatto tanto profondo sull’ambiente? È questa la domanda che sorge spontanea a molti, anche giustamente. Cerchiamo di fare chiarezza.
Questo, purtroppo, accade a causa dei vari destinatari a cui la nostra mail “irresponsabile” arriva e all’ammontare spropositato di server nei quali il medesimo messaggio rimbalza per arrivare nel posto giusto. L’utilizzo di energia elettrica da parte di questi ultimi produce, inevitabilmente, un’impronta ambientale.
Come limitare l’impatto ambientale della posta elettronica
Prima di scrivere una mail sarebbe consigliabile riflettere sul testo e sul proprio destinatario. Occorrerà avere ben chiaro cosa si vorrà scrivere, anche in relazione a chi dovrà leggerne il contenuto. Prima di spedire, poi, è consigliabile revisionare il messaggio, al fine di correggere eventuali refusi o spiegazioni poco chiare che potrebbero dar vita ad una serie spropositata di email volte alla puntualizzazione del medesimo concetto.
In ambito lavorativo, sarà bene evitare le messe in copia inutili, in modo da tenere al corrente le persone interessate solo nel momento in cui il contenuto in oggetto sia, effettivamente, appannaggio di un team o, in ogni caso, di più collaboratori. Si consiglia, infine, di essere esaustivi nei messaggi, chiedere qualsiasi delucidazione di cui si ha bisogno e non aver paura nell’inviare messaggi lunghi, ma contenenti tutti i particolari in merito ad un evento o un incarico.
Infine, è bene svuotare la mailbox al fine di evitare congestionamenti del traffico messaggi e, in ultima istanza, ricordare l’allegato, senza farsi soggiogare dalla fretta di inviare il messaggio, magari omettendo proprio il contenuto principale per il quale si sta inviando quella mail. Grazie a questi pochi accorgimenti sarà possibile limitare i danni ambientali causati dall’invio irresponsabile di posta elettronica.