Come l’intelligenza artificiale può aiutare a gestire gli investimenti
Riuscire a rivalutare i propri risparmi è, da sempre, una tematica particolarmente a cuore degli italiani, da sempre avvezzi ad investire nel mondo finanziario. Una consuetudine che si tramanda di generazione in generazione, che è decisamente mutata, però, nel corso del tempo.
Se gli italiani, sino a qualche decennio fa, erano soliti investire esclusivamente in titoli di stato, grazie ai ricchi rendimenti offerti, oggi lo scenario è radicalmente mutato a causa di svariati fattori, come l’ingresso nella moneta unica (che ha eliminato l’annoso problema dell’instabilità della Lira italiana) e, soprattutto, il taglio dei tassi d’interesse avvenuto dopo la grande crisi finanziaria del 2008, di cui, per certi aspetti, si sente ancora oggi l’onda lunga.
Mondo finanziario: la tecnologia è, già oggi, la soluzione prediletta da molti risparmiatori
Il rendimento di BOT e BTP, salvo alcuni specifici momenti, è stato poco proficuo in questo decennio, spingendo gli investitori italiani a rivolgersi ad altri strumenti finanziari, seppur privi della protezione completa del capitale a scadenza, in grado di poter far fruttare adeguatamente i propri risparmi.
Esistono diversi tipi di investimento, tutti con caratteristiche estremamente diverse tra loro, che implicano un supporto pratico e concreto da parte di chi dispone conoscenze maggiori rispetto a chi è a digiuno di nozioni in ambito economico e finanziario. Il progresso tecnologico, per quanto ovvio, ha riguardato anche il mondo finanziario. Ed il successo del trading online, in tal senso, ne è il più fulgido esempio.
Una modalità di approccio dove l’investitore, senza avvalersi della presenza di un gestore, decide di inserire in modo autonomo, in alcuni casi dopo essersi avvalso di qualche consiglio letto “qua e là” in rete, ordini di compravendita nei mercati finanziari. Il costante progresso tecnologico, tuttavia, sta facendo nascere una nuova modalità di supporto per i risparmiatori nostrani che, nell’arco di qualche anno, potrebbero essere assistiti dall’intelligenza artificiale.
La maggior parte delle analisi del settore del risparmio gestito, che ricopre un ruolo di primaria e vitale importanza lungo lo Stivale, sono convinti che il mondo del risparmio si svilupperà ulteriormente grazie all’intelligenza artificiale. E la migliore testimonianza, a tal proposito, è rappresentata dalla survey realizzata da un numero considerevole di SGR (acronimo di Società di Gestione del Risparmio) con CONSOB.
Intelligenza artificiale: la sperimentazione sta fornendo risultati sopra le aspettative
Uno studio, in corso da almeno un biennio, che mira a comprendere quanto sia diffusa l’intelligenza artificiale nel settore, come si sta sviluppando in tutte le sue fasi e, soprattutto, quali sono i reali benefici e i rischi potenziali che possono offrire al risparmiatore. Il tutto, per quanto ovvio, passerà da una rigida regolamentazione dei controlli e dei sistemi di governance, di cui si sta discutendo da svariato tempo.
La maggior parte delle società del risparmio gestito è da almeno diciotto mesi che hanno in corso uno o più progetti relativi all’intelligenza artificiale, diventata una priorità strategica attualmente. E in futuro, per quanto ovvio, lo sarà ancor più. Questo periodo di sperimentazione, a detta di alcuni analisti, sta dando dei risultati piuttosto confortanti, al punto da dichiarare che l’intelligenza artificiale è risultata maggiormente efficiente rispetto all’essere umano, che, per sua natura, si fa influenzare da fattori come l’emotività.
L’intelligenza artificiale, al netto di un discorso “romantico”, ragiona, invece, freddamente sui numeri. Una vasta ed articolata serie di numeri. Grazie ad essa, infatti, si possono raggruppare una serie infinita di dati, che riguardano i bilanci ed i dati di ogni singola azienda, ai quali si sommano quelli relativi al contesto economico e finanziario.
Il “computer”, quindi, risulterebbe maggiormente efficiente nel comprendere qual è il giusto mix di titoli da includere in un portafoglio rispetto all’uomo, prendendo spunto, per quanto ovvio, dalle indicazioni offerte dall’investitore: come già avviene attualmente tramite la compilazione del questionario MIFID, spetta a quest’ultimo fornire le “dritte” e al computer, poi, comprendere quali siano gli investimenti più adeguati al profilo di rischio del singolo soggetto.